No alla Comunione sulla mano.

In diversi messaggi il Cielo ci esorta a ricevere la Comunione sulla lingua e possibilmente in ginocchio, secondo la Tradizione della S. Chiesa. Mario riceve la Comunione sulla mano da Gesù e Maria solo perché è l’Ostia magna e perché è consacrato a Loro. Informiamoci su come è stata introdotta questa prassi nella Chiesa, trovando documenti e approfondimenti in merito.

Interpretazioni erronee del Concilio Vaticano II riguardo la Santa comunione.

Dopo il Vaticano II, in Olanda, alcuni preti cattolici di mentalità protestante cominciarono a dare la Comunione sulla mano, scimmiottando la pratica protestante. Purtroppo alcuni Vescovi olandesi, anziché fare il loro dovere e condannare l’abuso, lo tollerarono, e in tal modo permisero che l’abuso si diffondesse incontrollato. La pratica si diffuse dunque in Germania, Belgio, Francia. Ma se alcuni Vescovi parvero indifferenti a questo scandalo, gran parte del laicato di allora rimase oltraggiato. Fu proprio l‘indignazione di un gran numero di fedeli che spinse papa Paolo VI a prendere l’iniziativa di sondare l’opinione dei Vescovi del mondo su questa questione, ed essi votarono unanimamente per MANTENERE la pratica tradizionale di ricevere la Santa Comunione sulla lingua. È anche doveroso notare che, in quel periodo, l’abuso era limitato a pochi Paesi Europei. Non era ancora iniziato negli Stati Uniti e in America Latina. Papa Paolo VI promulgò allora, il 28 maggio 1969, il documento Memoriale Domini in cui affermava testualmente: 1) I Vescovi del mondo sono unanimemente contrari alla Comunione sulla mano. 2) Deve essere osservato il modo consueto di distribuire la Comunione, ossia il sacerdote deve porre l’Ostia sulla lingua dei comunicandi. 3) La Comunione sulla lingua non toglie dignità in alcun modo a chi si comunica. 4) Ogni innovazione può portare all’irriverenza ed alla profanazione dell‘Eucaristia, così come può progressivamente intaccare la corretta dottrina. Il documento afferma inoltre: il Supremo Pontefice giudica che il modo tradizionale ed antico di amministrare Ia Comunione ai fedeli non deve essere cambiato. La Sede Apostolica invita perciò fortemente i Vescovi, i preti ed il popolo ad osservare con zelo questa legge. Ma questa era l’epoca del compromesso, e il documento conteneva in sé il germe della sua stessa distruzione affermando che, dove l’abuso si era gia fortemente consolidato, poteva essere legalizzato dalle Conferenze Episcopali Nazionali con Ia maggioranza dei due terzi, in un ballottaggio segreto (a patto che Ia Santa Sede confermasse Ia decisione). Questa eccezione andò alla fine a vantaggio dei sostenitori della Comunione nella mano. Si deve sottolineare che l’Istruzione diceva “dove l’abuso si é gia consolidato”, per cui i Paesi ove Ia pratica non si era sviluppata restavano esclusi dalla concessione, quindi anche i Paesi anglofoni e gli Stati Uniti. Ma il clero di mentalità protestante in altri Paesi (compreso il nostro) concluse che, se questa ribellione veniva legalizzata in Olanda, allora poteva essere legalizzata ovunque. Ignorando il Memoriale Domini e sfidando la legge liturgica della Chiesa, pensavano che questa ribellione non solo sarebbe stata tollerata, ma alla fine legalizzata. Questo fu esattamente ciò che accadde, ed ecco perché abbiamo oggi Ia pratica della Comunione sulla mano. Disobbedienza e inganno La Comunione sulla mano, quindi, non solo fu avviata nella disobbedienza ma fu perpetuata con l’inganno. Negli anni ’70 una diffusa propaganda fu usata per proporre Ia Comunione sulla mano ad un popolo ingenuo, con una campagna dl mezze verità che: 1) Davano al cattolici Ia falsa impressione che il Vaticano II avesse approvato una disposizione per tale abuso, mentre dl fatto non vi si accenna in alcun documento del Concilio. 2) Si taceva il fatto che Ia pratica fu avviata da un clero di mentalità filoprotestante e filomassone, in spregio alla legge liturgica stabilita, facendola apparire come una richiesta da parte del laicato. 3) Si taceva il fatto che i Vescovi di tutto il mondo, quando fu sondata Ia loro opinione, votarono unanimemente contro Ia Comunione nella mano. 4) Non si faceva alcun riferimento al fatto che il permesso era solo una tolleranza dell’abuso, laddove si fosse già instaurato e consolidato nel 1969. Non vi era affatto un “via libera” perché si diffondesse ad altri Paesi come l’Italia e gli Stati Uniti. La visione distorta attuale Siamo ora arrivati al punto in cui Ia Comunione sulla mano è addirittura presentata come il modo migliore dl ricevere l’Eucaristia; Ia maggior parte del nostri fanciulli cattolici è stata male istruita a ricevere Ia Prima Comunione sulla mano. Al fedeli si dice che è una pratica facoltativa e, se a loro non piace, possono riceverLa sulla lingua. La tragedia dl tutto questo è che, se questo è facoltativo per il laicato, non Io è per il clero. I preti sono chiaramente istruiti ad amministrare Ia Comunione sulla mano, che a loro piaccia o no, gettando così moltissimi preti in una agonizzante crisi dl coscienza. In base al Magistero della Chiesa nessun prete può essere legittimamente forzato ad amministrare Ia Comunione sulla mano. Dobbiamo pregare affinché il maggior numero di preti abbia il coraggio dl salvaguardare Ia riverenza dovuta a questo Sacramento e non venga intrappolato in una falsa ubbidienza che fa sì che essi collaborino alla perdita dl sacralità dl Cristo nell’Eucaristia. I preti devono trovare il coraggio dl combattere questa nuova pratica che fa parte dell‘occulta strategia dl protestantizzazione del Cattolicesimo. Ricordiamo infatti che Papa Paolo VI, giustamente, predisse che Ia Comunione sulla mano avrebbe portato all’irriverenza e alla profanazione dell’Eucaristia e ad una graduale erosione della dottrina ortodossa. Questo abuso illegittimo si è nel tempo ben radicato come “tradizione locale”, così che anche Papa Giovanni Paolo II non ebbe successo nel suo tentativo di frenare |’abuso. Nella sua Lettera Dominicae Cenae del 24 febbraio 1980, il Papa riaffermò infatti l’insegnamento della Chiesa che toccare le Sacre Specie e amministrarLe con le proprie mani è privilegio del consacrati. Ma, non si sa per quali motivi, questo documento del 1980 non conteneva alcuna sanzione contro laici, sacerdoti o vescovi che avessero ignorato Ia difesa dell’uso della Comunione sulla lingua come voleva il Papa. Una legge senza una pena non è una legge, diventa un mero suggerimento. Così iI documento dl Giovanni Paolo II fu accolto da diversi membri del clero del paesi dell’Occidente come un suggerimento, per lo più non apprezzato e purtroppo trascurato…

BENEDETTO XVI VOLEVA ARGINARE LA PIAGA DELLA COMUNIONE SULLA MANO

Nel 2005 monsignor Laise scrisse all’allora Prefetto della Cdf Ratzinger per suggerirgli di affrontare durante il Sinodo sull’Eucarestia il tema dell’affermazione della Comunione in mano e propose un esame di coscienza di tutta la Chiesa. Diventato Papa, Benedetto XVI volle che durante le Messe papali la Comunione venisse amministrata solo in bocca e in ginocchio. È opportuno ricordare che Benedetto XVI ha reintrodotto, dal Corpus Domini 2008, la somministrazione esclusivamente sulla lingua della Santa Comunione, nella liturgia papale. La spiegazione di tale decisione viene fatta dall’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, pubblicata sul sito web del Vaticano: si ricorda che sin dall’epoca dei Padri si inizia a privilegiare la Comunione sulla lingua, essenzialmente per due motivi: per evitare al massimo la dispersione dei frammenti eucaristici e favorire la crescita della devozione dei fedeli verso la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia. Si fa riferimento all’insegnamento di san Tommaso d’Aquino, il quale afferma che, per rispetto verso il Santissimo Sacramento, l’Eucaristia non deve essere toccata da nessuna cosa che non sia consacrata, quindi oltre ai vasi sacri e al corporale, solo le mani del sacerdote hanno tale facoltà. Inoltre si sottolinea la necessità di adorare il Signore prima di riceverlo, come ricorda sant’Agostino, e lo stare in ginocchio, favorisce proprio questo atteggiamento. Infine, si fa riferimento al monito di Giovanni Paolo II che non si corre mai il rischio di esagerare quando si tratta della cura del Mistero eucaristico.Ma lo stesso Benedetto XVI ha spiegato questa scelta nel modo seguente: «Facendo sì che la Comunione si riceva in ginocchio e che la si amministri in bocca, ho voluto dare un segno di profondo rispetto e mettere un punto esclamativo circa la Presenza reale… volevo dare un segnale forte; deve essere chiaro questo: “È qualcosa di particolare! Qui c’è Lui, è di fronte a Lui che cadiamo in ginocchio. Fate attenzione! Non si tratta di un rito sociale qualsiasi al quale si può partecipare o meno”» (Benedetto XVI, Luce del mondo. Il Papa, la Chiesa e i segni dei tempi. Una conversazione con Peter Seewald, LEV, Città del Vaticano 2010, p. 219). Il 10 aprile 2009, il Cardinal Antonio Cañizares Llovera, nominato già prefetto della Congregazione per il Culto Divino, ma anche amministratore apostolico dell’arcidiocesi di Toledo, durante la celebrazione in cattedrale della santa Messa in Coena Domini, ha annunciato ai fedeli che da quel giorno, al momento della Comunione, sarebbe stato messo un inginocchiatoio per invitare i fedeli a comunicarsi come desidera il Papa, collocando questa decisione in un tentativo di recupero del senso del sacro nella liturgia. Il 27 luglio 2011 fu pubblicata in ACI Prensa/EWTN Noticias una intervista al prelado con il titolo: “Es recomendable comulgar en la boca y de rodillas” (“è raccomandabile comunicarsi in bocca e in ginocchio”). Il Cardinale Ranjith soprattutto nel periodo in cui è stato Arcivescovo segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, in 2008, per esempio, constatando come la pratica della Comunione sulla mano sia di fatto diventata la prassi regolare per tutta la Chiesa, ritiene sia arrivato il momento di prendere in considerazione la possibilità di abbandonarla, vedendo tutte le conseguenze negative che ha portato, riconoscendo con molta umiltà di aver sbagliato nell’introdurla, auspicando che la Comunione sulla lingua e in ginocchio possa diventare la prassi abituale per tutta la Chiesa. Ma, oltre a queste citazioni, il libro di Mons.Laise riceve ulteriore e autorevole conferma dalla prefazione del prefetto del Culto Divino, Card. Robert Sarah al testo di don Federico Bortoli: è una bella difesa della posizione dei Papi, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Ci soffermiamo su alcune frasi: “Vediamo ora come la fede nella presenza reale può influenzare il modo di ricevere la Comunione, e viceversa. Ricevere la Comunione sulla mano comporta indubbiamente una grande dispersione di frammenti; al contrario, l’attenzione alle più piccole bricioline, la cura nel purificare i vasi sacri, non toccare l’Ostia con le mani sudate, diventano professioni di fede nella presenza reale di Gesù, anche nelle parti più piccole delle specie consacrate: se Gesù è la sostanza del Pane Eucaristico, e se le dimensioni dei frammenti sono accidenti soltanto del pane, ha poca importanza quanto un pezzo di Ostia sia grande o piccolo! La sostanza è la medesima! È Lui! Al contrario, la disattenzione ai frammenti fa perdere di vista il dogma: pian piano potrebbe prevalere il pensiero: “Se anche il parroco non fa attenzione ai frammenti, se amministra la Comunione in modo che i frammenti possano essere dispersi, allora vuol dire che in essi non c’è Gesù, oppure c’è ‘fino a un certo punto’”. “Perché ci ostiniamo a comunicare in piedi e sulla mano? Perché questo atteggiamento di mancanza di sottomissione ai segni di Dio? Che nessun sacerdote osi pretendere di imporre la propria autorità su questa questione rifiutando o maltrattando coloro che desiderano ricevere la Comunione in ginocchio e sulla lingua: veniamo come i bambini e riceviamo umilmente in ginocchio e sulla lingua il Corpo di Cristo.” “Il Signore conduce il giusto per ‘vie dritte’ (cfr. Sap 10,10), non per sotterfugi; quindi, oltre alle motivazioni teologiche mostrate sopra, anche il modo con cui si è diffusa la prassi della Comunione sulla mano appare essersi imposto non secondo le vie di Dio”. E conclude il Cardinale: “Possa questo libro incoraggiare quei sacerdoti e quei fedeli che, mossi anche dall’esempio di Benedetto XVI – che negli ultimi anni del suo pontificato volle distribuire l’Eucaristia in bocca e in ginocchio – desiderano amministrare o ricevere l’Eucaristia in quest’ultimo modo, ben più confacente al Sacramento stesso. Mi auguro ci possa essere una riscoperta e una promozione della bellezza e del valore pastorale di questa modalità. Secondo la mia opinione e il mio giudizio, questa è una questione importante su cui la Chiesa di oggi deve riflettere. Questo è un ulteriore atto di adorazione e d’amore che ognuno di noi può offrire a Gesù Cristo. Mi fa molto piacere vedere tanti giovani che scelgono di ricevere nostro Signore così riverentemente in ginocchio e sulla lingua”. Per finire, vorrei aggiungere una testimonianza inedita finora, la lettera che Mons Laise scrisse a Papa Benedetto (col quale aveva un lungo rapporto per averlo visitato parecchie volte come Cardinale Prefetto della Dottrina della Fede) nel 2005: “Ritengo anche che il Sinodo sull’Eucaristia debba soffermarsi su un esame di coscienza circa l’estensione del permesso di dare la Comunione sulla mano alla quasi totalità delle Chiese locali, quando nel 1969 lo si era concesso soltanto ad alcune Chiese europee dietro specifica richiesta dei loro pastori”.

DALLE RIVELAZIONI DEL DEMONIO. LA POSSESSIONE DI ANNELIESE MICHEL.

Negli anni ’70 la posseduta mistica Annaliese Michel ha pagato per i peccati della Germania, in particolare per quelli del clero apostata. Infatti la stessa Anneliese rivelò ai Sacerdoti che l’assistevano che la Madonna le aveva chiesto di offrirsi vittima per riparare i peccati della Germania, in particolare per quelli del clero apostata. Furono praticati esattamente 65 esorcismi, tra il 24 settembre 1975 e il 1 luglio 1976. “La Comunione sulla mano offende in maniera incredibile Dio. Noi, però, ce ne rallegriamo”. “L’Ostia nella mano offende Dio e porta alla dannazione delle anime”. “Tutti adesso tirano fuori le zampe per prendere la Comunione e neanche si inginocchiano più! Ah! Opera mia!”. “Tante Ostie vengono profanate perché vengono date sulle mani. Non si rendono nemmeno conto!”. “L’altare rivolto verso i fedeli è stata idea nostra. Sono tutti corsi dietro agli evangelici come meretrici! I Cattolici hanno la vera dottrina e corrono dietro ai protestanti!”. “La Comunione in piedi è stata una bella vittoria”. “L’Ostia consacrata deve essere data solo in bocca. Solo il Sacerdote può dare la Comunione”. “Gli inginocchiatoi devono essere rimessi in Chiesa e devono essere usati da tutti… Le anime dovrebbero inginocchiarsi davanti al Santissimo. Noi, però, non lo vogliamo… Noi vogliamo che le persone non si inginocchino in chiesa”.

MARIA SIMMA E LA COMUNIONE NELLE MANI

L’anima di un sacerdote venne da me e mi disse di pregare per lui, perché doveva soffrire molto. Di più non poté dire; poi sparì. Un’altra anima del Purgatorio mi spiegò in seguito: “Egli deve soffrire molto, poiché ha seguito l’uso di distribuire la Comunione nelle mani dei fedeli e perché ha fatto rimuovere i banchi che servivano per ricevere la Comunione in ginocchio. Si potrebbe aiutarlo rimettendo i banchi al loro posto, là dove egli li fece togliere, ed esortando coloro che furono abituati da lui a ricevere la Comunione nelle mani a non farla più così”. Parlai con il Decano del posto, che ebbe molta comprensione. Disse: “Non sono stato io ad introdurre l’uso della Comunione in mano. Per quanto riguarda i banchi, posso tentare di soddisfare questo desiderio, ma devo lasciare che decidano i sacerdoti del luogo”. Parecchie volte venne l’anima di un altro sacerdote, lamentandosi che soffriva moltissimo, poiché aveva rimosso i banchi in chiesa, costringendo il popolo a riceve-re la Comunione in piedi. Da ciò si capisce che qualcosa qui non funziona. è vero: il Papa ha permesso di ricevere la Comunione anche in piedi. Chi però desidera inginocchiarsi, deve avere la possibilità di farlo. Così vuole il Papa, e noi possiamo pretendere ciò da ogni sacerdote. Se un sacerdote, o un vescovo, sapesse qual è la sua grande responsabilità nell’introdurre l’uso della comunione in mano, non lo farebbe certamente, e non lo per-metterebbe…” (Maria Simma, Le anime del Purgatorio mi hanno detto…, pp. 150-151, Editrice Dielle, Messina 1975).

Consigliamo di fare la Santa Comunione spiritualmente se ci viene rifiutata sulla lingua.

✨ La comunione spirituale è poco conosciuta e poco praticata, eppure è una sorgente speciale e incomparabile di grazie ✨ «Essa è per se stessa, una delle più grandi potenze della terra». «Per mezzo di essa, scrive S. Leonardo da Porto Maurizio, molte anime arrivarono a grande perfezione». La Comunione Spirituale la si può fare anche per un defunto.

Gesù mio, io credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento.

Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’anima mia. Ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già unito a me, io ti abbraccio e tutto mi unisco a Te; non permettere che mi separi mai da Te, mio Signore e mio Dio. Il desiderio di Gesù di unirsi a noi, è infinito e onnipotente: non conosce altro ostacolo che la nostra libertà. Approfittiamo anche noi di questo grande dono. Specialmente nei momenti di prova o di abbandono, che cosa ci può essere di più prezioso dell’unione con Gesù Crocifisso e Risorto, realmente presente nel Santissimo Sacramento, mediante la Comunione Spirituale? Questo santo esercizio può riempirci le giornate di amore, può farci vivere con Gesù in un abbraccio d’amore che dipende solo da noi rinnovare spesso fino a non interromperlo più. O meraviglioso potere dell’anima umana! O potenza di un desiderio sincero, sostenuto dalla fede e ispirato dall’amore! “L’intenzione può modificare radicalmente la natura di un atto… La santità non sta negli atti esterni, ma nell’intenzione interna di qualsiasi atto…Non sono necessarie grandi cose per essere grandi Santi, basta fare grandi le cose piccole. […] Dio può farmi Santo tanto pelando patate, quanto governando un impero”. (San Rafael Arnaiz Baron)